Diary for EUTIKIA ... festina lente


Festina Lente...?

2012-03-30

Festina Lente…?
Festina Lente è il motto, l’impresa (vedi sotto), che abbiamo accostato a EUTIKIA nella home page del sito e nelle diverse circostanze di comunicazione sul nostro navigare.
Spesso , soprattutto all’estero, ci è stato chiesto “ si intuisce, ma non è ben chiaro,… cosa vuol dire ? “
Ebbene eccone una brevissima, ma molto sorprendente, storia.
Si dice che Augusto avesse per primo adottato questo dire dallo storico Svetonio che a sua volta lo tradusse dal greco. Come ci riferisce il filosofo Macrobio: “soleva usare sia nella conversazione, che nella corrispondenza epistolare (tale) frase e con ciò intendeva esortare ad usare contemporaneamente nell’agire sia la rapidità dello zelo operoso, sia la lentezza della diligente precisione; da questi due elementi contrari è costituita la maturità come tempestività nell’azione”.
Una moneta romana emessa da Vespasiano riporta tale scritta a didascalia di un guizzante delfino avvolto ad un’ancora.
Il motto fu poi ripreso anche dai papi. Nel ‘500 anche da Cosimo I de’ Medici (1519-1574)
Questa volta però la raffigurazione fu una tartaruga spinta da vele gonfiate dal vento. A Firenze, a Palazzo Vecchio, vi sono più di cento di queste raffigurazioni ed una di queste è quella che appare nella nostra home page. Le tartarughe con la vela ribadiscono gli stessi concetti. La tartaruga – universalmente conosciuta per la lentezza – è, nel medesimo tempo, metafora di Prudenza, Pazienza e Vigilanza, come la vela gonfiata dal vento – motore della velocità delle navi – lo è della forza, della velocità… quasi Futurista.
Cosimo I ne fece l’emblema della sua flotta come monito alla ponderazione affinchè l’ impresa avesse successo.
Poi fu la volta del contemporaneo veneziano Aldo Manuzio, primo tipografo ed edititore della modernità ( 1449-1515)
Erasmo da Rotterdam ( 1469-1536) , grande pensatore ed autore Dell’elogio alla Follia ,ricorda un'antica moneta d'argento che gli era stata mostrata da Aldo Manuzio. Proprio quella emessa da Vespasiano e donata al tipografo da Pietro Bembo:
[...] su una faccia era il profilo di Tito Vespasiano con un'iscrizione, sull'altra un'ancora, alla cui asta si avvolgeva un delfino.
Per comprendere il simbolo bisognerà rifarsi, dice, alla sapienza figurata degli antichi egizi: i geroglifici. La moneta è rotonda e l'immagine si iscrive quindi in un cerchio, che rappresenta l'eternità, senza inizio e senza fine. L'ancora, che lega e trattiene le navi, indica la lentezza. Il delfino, più veloce e più agile di ogni altro animale, indica la velocità.
Dopo i filosofi antichi , gli imperatori romani e Cosimo I, Aldo riprende l'antico adagio, tradotto nell'immagine che è divenuta, meritatamente, la sua insegna.
Motto e immagine, dice ancora Erasmo, possono essere applicati in tre diversi modi:
[...] il primo quando vogliamo indicare che bisogna riflettere a lungo prima di iniziare un lavoro, ma, una volta presa una decisione, si deve portarlo a termine in fretta: e così l'ancora significa il tempo richiesto dalla riflessione, il delfino la rapidità dell'esecuzione. [...] Un altro uso si ha quando vogliamo dire che le emozioni devono essere frenate dalla ragione. [...]Un terzo quando vogliamo ammonire affinché nelle azioni intraprese si eviti una fretta sconsiderata, difetto connaturato in certe persone a cui ogni indugio, per quanto breve, sembra sempre inutile.

Insomma tartaruga o ancora, delfino o vele al vento, comunque sia raffigurata in metafora, credo che mai come oggi nell’era di internet e del tutto e subito, Festina Lente sia un bel monito per tutti.

Impresa dalla Treccani “…Dicesi anche l’Unione di un corpo figurato e d’un motto, che in origine dovè significare l’intento che si proponeva, il concetto che inspirava il cavaliere, il quale assumeva quel segno come propria bandiera. “