Diary for EUTIKIA ... festina lente


5-8 maggio. Brasile, Jacare. Le emozioni dell’arrivo.

2017-05-12

~~Le giornate ora passano più veloci, corriamo con il sole ed i fusi orari cambiano velocemente. Alla sera, alle 20 utc, i primi contatti radio con Grande laguna da Mestre e gli amici in navigazione dai Caraibi verso l’Europa. Per ora non li invidio proprio, hanno preso una depressione terribile e uno di oro ha rotto pure lo strallo. Comunque sentire qualcuno dall’Italia in radio è sempre un’ emozione del tutto speciale.
La volata continua: il 6 maggio 180 miglia, ovvero, per intenderci, qualcosa che assomiglia molto a 330 chilometri  di oceano. Come funziona? E’ presto detto. Eutikia è dotata  di due lunghi tangoni, uno per parte. Con vento in poppa piena, come nel nostro caso per migliaia di miglia, si tratta di armare quello del lato da cui spira il vento per la direzione più favorevole alla rotta da tenere. Per esempio, se la mia rotta è appena sopra i 270°, ovvero un po’ a destra del tramonto del sole, mettiamo il tangone a destra con il vento che oscilla da Est Nord Est e che entra nelle vele tra poppa piena ( 180°) e qualcosa meno, mettiamo 150°. Questo “qualcosa meno” fa la differenza. Se il vento cala bisogna andare a cercarlo e aumentare l’angolo, anche meno di 150°, ovvero, per i più esperti, andare all’orza. Se il vento aumenta si ritorna verso la poppa piena. Oltre i 13, 14 nodi di vento reale da poppa, Eutikia incomincia a marciare bene, oltre i 15 la pressione è adeguata a compensare il continuo sbattere delle vele dovuto al rollio per l’onda da swell, sino a 3 metri con periodo da 8 a 12 secondi, che ci prende di fianco. Oltre i 15 nodi di vento si vola e sotto i nuvoloni, che ne aumentano l’intensità, teniamo 8, 9 nodi, con punte di 10 e 12 sulle creste. E pensare che, nei primi giorni, sono stato al timone automatico per 10 ore, senza perdere un solo refolo, per fare, senza vento, 40 miglia. Cioè 4 miseri nodi. Ma eravamo all’inizio ed usare il motore, con il relativo consumo di nafta, sarebbe stato comodo, ma imprudente. Bene, dopo questa tiritera piuttosto noiosa e tecnica, ma che sicuramente interesserà qualcuno di mia conoscenza: un’immagine ad alta temperatura emotiva.
Mancano circa 150 miglia, quasi arrivati,e lasciamo i cieli più o meno azzurri dell’aliseo. Davanti a noi un muro di nuvole basse, sono le avvisaglie della zona di convergenza equatoriale. Non c’è nulla da fare, dobbiamo entrarci. Piovaschi, salti di vento, mare grigio come il cielo. Solo la luna, quasi piena, riesce a penetrare questa coltre plumbea. Le notti sono più lunghe e l’alba screzia appena l’orizzonte verso poppa. Sono al mio turno e un grosso nuvolone mi sovrasta e mi fa la doccia. Passa abbastanza rapido lasciando nell’aria umidità e infinite particelle acquose che svaporano ai primi raggi del sole. Ed ecco la meraviglia:  un enorme arcobaleno, anche doppio a tratti, prende forma di fronte alla prua di Eutikia. Non ho mai visto un arco così perfetto, alto, enorme, ben impiantato a sinistra tra le onde, risalire altissimo in cielo, e poi ridiscendere a destra della prua. Eutikia sembra entrarci come in un enorme arco trionfale. E non è finita, pochi minuti, ed ecco spuntare piccoli delfini guizzanti ovunque lungo le fiancate. E’ una strana coincidenza: assai spesso alle partenze, come da Città del Capo o da S.Elena, o agli arrivi, i delfini vengono a salutarci. Che spettacolare benvenuto ! A ripensarci mi viene ancora le pelle d’oca !
Vediamo la costa brasiliana solo quando siamo a pochissime miglia. Bassa, ricoperta da nuvoloni carichi di pioggia. L’entrata nel fiume non è difficile. E’ ben segnata ed ho tutti i wpt trovati sul sito del piccolo Marina di Jacare. Un’oretta, con un bel crescentone, e siamo legati in testa al molo. Ci aiutano nell’ormeggio e uno di questi mi parla in italiano, anzi in romanesco “ Finalmente me riesce de parlà  italiano, no me pare vero, credevo che a bandiera fosse irlandese !  Qui gli italià nu ce voino venì ! “ Attilio è qui da 25 anni, simpaticissimo.
Jacare è un piccolo, misero,villaggio di pescatori. Sulla sponda s’affacciano alcune attività per il diporto locale e in transito. Noi ci siamo ormeggiati in testa al pontile dello Jacare Marina Village gestito da francesi. Nicolas è davvero molto sveglio e non so come avremmo fatto senza di lui a completare le pratiche d’entrata e d’uscita. Il portoghese è incomprensibile, nonostante il nostro decente spagnolo, e nessuno parla inglese La burocrazia poi è folle: una mattinata intera persa di fronte ad un impiegato dell’Immigration per mettere quattro timbri. Ora siamo di nuovo soli, finalmente, e rimessa la barca in ordine non resta che provvedere al cibo fresco e ad alcuni lavoretti. Per il resto la località non offre nulla di particolare, sarebbe stato interessante lasciare la barca qui per qualche giorno e fare un giretto per il Brasile, ma siamo in ritardo…sarà per il prossimo giro.
Partiremo domenica, ci aspettano oltre 1.800 miglia lungo la costa nord est del Brasile e della Guyana, poi finalmente , Trinidad. Sarà una navigazione diversa dalle precedenti tratte: meno vento in poppa piena, sempre comunque dal primo e dal secondo quadrante. Dovremmo trovare una buona corrente sempre favorevole, ottima per alzare il morale, e purtroppo anche molta pioggia e groppi di vento. Ma importante sarà camminare, e svelti.
Maurizio non ha perso un minuto e già mi arrivano i wpt d’entrata nei flussi di corrente più favorevole. Sulla carta basterebbe seguire la rotta ideale, ma dovremo star ben lontani dalla costa per evitare i pescherecci locali, non illuminati di notte, e i detriti che abbondanti scendono dai fiumi, soprattutto dal Rio delle Amazzoni. Poi ci saranno le onde tropicali, quelle che stanno in cielo,  che portano forti addensamenti nuvolosi, rovesci e colpi di vento. Per il meteo ne riparleremo, sarà l’argomento dei prossimi giorni, in diretta, spero.