Diary for EUTIKIA ... festina lente


TRINIDAD, 10 giugno 2017.

2017-06-10

~~TRINIDAD, 10 giugno 2017.
Immagini sonore e, per finire per chi vorrà leggere anche le ultimissime righe, un grazie speciale a tutti.


~~Vi ricordate di Bob Marley, l’icona del reggae caraibico, ebbene, credo che, a sentire il frastuono musicale qui a Trinidad, inorridirebbe pure lui che con la chitarra ne combinò di tutti i colori…jamaicani. Ma era lo spirito di queste isole. A sentire questi forsennati, ti domandi perché. Perché quando entri in un caffè pub vieni respinto da un’onda d’urto di casse mai viste così grandi ? Perché quando sfreccia una macchina ne senti solo il rombo al suo interno ? Perché dall’altra sponda, di questo assai stretto fiordo, sparano da un bar, mane e sera, le stesse note percussive ? Perché, e questo è il peggio del peggio, durante i fine settimana, a notte fonda e primo mattino, escono con navette e barchini scaricando nell’etere urla forsennate come se il fracasso a tutto volume non bastasse? Si divertono così. Sembrano travolti dall’eccitazione di vivere eppure se li incontri sul lavoro ti guardano, questi afrikans come si chiamano tra di loro, ti guardano con sguardi spenti, come se tutto costasse enorme fatica, anche la sola parola. Se poi devi risolvere un micro problema, oppure hai una pur semplice domanda, la risposta, pur cortese, è solo di circostanza, inconcludente. Mi ero ripromesso di tratteggiare al meglio quest’ambiente, ma ne sono stato dissuaso da questa colonna sonora assurda, per me, almeno, incomprensibile.


Però ripensando alle colonne sonore e a questo sito, ove sono incolonnati i momenti del nostro navegar, trovo sia davvero un peccato non poterli compiutamente descrivere senza la loro autentica colonna sonora. Il sito non permette questa contestualità, solo testi e immagini, o a parte qualche piccola ripresa, per altro assai difficile da montare a bordo in tempi ragionevoli. Altra cosa sono i filmati raccolti su https://www.youtube.com/user/eutikia1  che dovrò anzi aggiornare con Indiano e Sud Atlantico.


Allora mi ci proverò a descrivere i nostri suoni, non solo quello che vediamo dunque, ma anche ciò che sentiamo in mezzo all’oceano, Pronti ? Incomincio dal cielo e dai suoi abitanti, gli uccelli. Ci domandiamo sempre da dove vengano, siamo a miglia di miglia dalla costa più vicina, ed ecco che senti i loro richiami. Sono spesso in coppia e volano rasi, rasi sulle creste verso prua. Di notte accade di tutto. Affiancano, vicini vicini, la barca a un paio di metri dalle onde e lanciano richiami striduli e insistenti. Si lanciano in picchiata tra le onde sollevate dal dritto di prua e ritornano in posizione al nostro fianco. Una ruota continua a caccia dei pescetti volanti attratti dalle pur fioche luci di bordo o dal verde e rosso. Una volta di fronte all’Ecuador abbiamo dovuto spegnere tutto per liberarci dal loro rumoroso, insistente inseguimento. L’ultima volta, di fronte all’Amazzonia, abbiamo avuto ospite a bordo Giacometto, un bel uccellotto dal capino bianco. E’ rimasto con noi tre notti ed ha avuto il suo bel da fare per difendere il suo trespolo. Al tramonto lanciava urla assai minacciose contro altri intrusi. Poi se ne è andato dopo aver discusso con un suo pari su che direzione prendere.

Ma il cielo è soprattutto il luogo del sole, delle nubi, del vento. Una vera sinfonia di colori e di suoni, con direttore il vento.  Alle volte solo pochi nodi di differenza e la musica cambia. Con appena 10, 15 nodi un leggero, allegro, fischiettare passa tra le sartie. Sui venti, venticinque eolo inizia a sbuffare e le onde a biancheggiare. Oltre, verso i trenta e oltre, sembra cha a bordo ci sia, come dice Marina, un bel gattone “Mauuuu, mauuu….mauuuuu” ma l’unico che sventola spensierato a poppa è il nostro leoncino di San Marco. Noi guardiamo, non rilassati, l’anemometro e la direzione del vento. Ed inizia il giochino del mauuu mauuu che sale e che scende, o che appena muove la coda di qualche grado, e noi a cercare l’assetto migliore delle vele. Ormai anche nel buio più fitto e con il sonno più incombente, con le vele abbiamo un dialogo fatto di fremiti, sbattimenti, colpi sordi, da far paura, quando riprendono vento di botto, e di silenzi quando tutto è al limite dell’armonia.


 E poi ci sono i delfini. Spesso prima di vederli, li senti. Arrivano inattesi, sempre. Uno schiaffo svelto sull’onda annuncia il loro arrivo. Sono talmente veloci, appena sotto la superficie, che ne percepisci il rapidissimo spostamento d’acqua: un sibilo sordo ed è già guizzante a mezz’ aria, se non ti incolli con lo sguardo al suo codino ne perdi il tuffo. Solo uno splash ed è già sparito.

Le nuvole dell’aliseo, poi, sono una meraviglia: piccole s’inseguono cangiando colore al mare che da blu diventa ombroso indaco. Non c’è musica o suono, solo colori. Altro, se passi le zone di convergenza: solo basso e pesante grigiore. Quello che t’aspetti, accade inevitabilmente: piove. Ma la parola non rende: diluvia. Quando arrivano i primi goccioloni sembrano proiettili. Il vento sibila tra le sartie, un muro d’acqua ci raggiunge: è musica d’acqua. Sopra, sotto, ovunque acqua, E’ un vero rimbombo, per sentirci dobbiamo alzare la voce, e non dura pochi minuti. Anzi una notte, durante l’ultima tappa, questa cupa sinfonia è durata per ore e noi con gli occhi incollati al radar e all’ AIS per intercettare per tempo navi sulla nostra rotta. Fabrizio Plessi, che con l’acqua e le nuove tecnologie, ha realizzato le più sorprendenti installazioni potrebbe avere ispirazioni d’arte nuova. Altrove con l’acqua compongono musiche primitive: alle Vanuatu le ragazze si divertono a prendere a schiaffi l’acqua cristallina della barriera ed inventano suggestive risonanze.
 E poi c’è il vento di ferro, l’iron wind all’inglese, ovvero il nostro motore Yanmar. Ogni volta che lo fermiamo, magari dopo interminabili ore e ore, lo ringraziamo con un applauso: non è certo silenzioso, ma ci ha portato per miglia e miglia e il suo basso continuo è vera musica celeste.


 Che dire, per finire, delle onde ? Qui l’orchestra si esprime con tutto il suo colorismo. C’è il poco mosso, l’andante, lo scherzo di qualche frangente in coperta, il maestoso è davvero superbo, ma è meglio non guardarlo: le onde, lo swell, le creste montano ovunque ed è un bel turbinio di vento e acqua e di…emozioni. Meglio quasi di notte, ne senti solo il mugghio e l’anemometro fa meno impressione…forse. Di giorno, ma anche di notte con luna, vedi Eutikia cavalcare treni d’onda che arrivano sollevando la poppa e lanciano lo scafo in surf sulle creste. Sotto i piedi, dal timone a prua, la barca vibra e risuona mentre la velocità raggiunge e supera spesso i 12 nodi, verso fondo scala. Assai meglio voltar pagina allo spartito e ridurre ancora vela verso la poggia. I timbri scendono di registro, Eutikia ringrazia e a 8 nodi è un’altra musica.


Per combinazione, mentre scrivo queste righe di getto, sento uno dei soliti barchini passare, ma , meraviglia!, il suo hi-fi , pur a volume indecente, libera nella luce del tramonto la canzone forse più azzeccata “ Sitting On The Dock Of The Bay” cantata da Otis Redding. https://www.youtube.com/watch?v=wyPKRcBTsFQ


E allora perché non ascoltare insieme, con noi in pozzetto, alcuni dei motivi che ci accompagnano di notte e che portano con sé un po’ di mare oceano ?
Ecco alcune proposte, note e meno note, ma con l’invito a tutti di aggiungerne  altre sul tema ( Message Board del sito), per arricchire il piacere dell’ascolto:


https://www.youtube.com/watch?v=EKxohZRSL1g   Vivaldi,  La tempesta di mare
https://www.youtube.com/watch?v=Hdc2zNgJIpY     Offenbach, Barcarola
https://www.youtube.com/watch?v=RdZeaWHiUKk  Ravel, Une barque sur l’Ocean
https://www.youtube.com/watch?v=kfFCoRy8WWM  Heinali, El Mar


Buon ascolto dunque, ma vorremmo chiudere questa stagione del tutto speciale con un valzer verdiano, assai celebre, per ringraziare tutti, amici da lunga data o che magari neppure conosciamo, per averci così a lungo seguiti e sostenuti, e per aver condiviso le nostre avventure più emozionanti…e anche i report non sempre frizzanti, alziamo dunque i” lieti calici” e brindiamo al prossimo miglio che noi tutti abbiamo a prua..


https://www.youtube.com/watch?v=J8tX8E866EM 


dal Gran Teatro La Fenice di Venezia e dall’Hotel Excelsior a Lido, a due passi…di danza da casa..
Buon Vento a TUTTI !!!! ….e a prestissimo !