Diary for EUTIKIA ... festina lente


Maria Galante, 26 marzo-1 aprile 2018.

2018-04-08

Brevi dalle Antille francesi.

Balenottera e Mai Mai.

 Partiamo da Saint Pierre di buon mattino, 70 miglia ai Santi, Les Saintes, a Sud di Guadalupe. Il villaggio di Saint Pierre,  a Nord di Martinica, è rimasto quasi come ce lo ricordavamo. L’ancoraggio è ancora condizionato dai molti relitti delle navi affondate l’8 maggio 1902 a seguito della devastante eruzione del vulcano che sovrasta la baia. Lo scenario è superbo, ma ancor oggi all’idea di cosa allora sia successo c’è di che rimaner impressionati. Si salvò, dicono le storie, solo un carcerato rimasto sepolto e protetto nella sua robusta cella. Il passaggio verso Dominica, isolone montagnoso e selvaggio tra le due isole francesi, è assai svelto. Vento fresco a mezza nave e via,  sino a 9 nodi. Sotto vento a Dominica, bonaccia e bave perse. Mentre cerco di evitare le zone di piatta, scorgo a pochissimi metri da prua uno spruzzo. Balene ! Mi allontano molto rapidamente, ma riusciamo a vedere una balenottera con il suo piccolo immergersi lentamente. Abbiamo poi letto che si trattava di un odontoceto di misura assai ridotta, un bel testone a spigolo e gobbetta. Proprio un piccolo Moby Dick, per intenderci. Molte le barche a vela che salgono e scendono, in gran numero, ne ricordavo assai di meno. Superata a motore la zona di ridosso, ripartiamo sparati e arriviamo a destinazione a metà pomeriggio. Entriamo a motore da Sud e ci infiliamo nello specchio di mare appena protetto di Les Saintes. Mentre ritiriamo le vele, incrociamo un barchino di pescatori, quasi fermo. Sembra stiano sistemando nelle cassette il pescato. Con il mio francese stentato chiedo se hanno del pesce per noi. Pare di sì ! E in pochi istanti guizzano a bordo due lucenti Mai Mai, chiamati pure Dorado per la bellissima e luminosa livrea. Davvero un bel piglio, anche perché pescare alla traina è quasi impossibile, poichè i sargassi, che in vaste aree coprono la superficie tra le onde, si impigliano nella lenza e nel rapala.

NO GRANDI NAVI.

Ancora un curioso rimando a Venezia. Nel primo mattino vedo dalla mia boa accanto al villaggio, a Les Saintes, la sagoma bianca di una cruising ship avvicinarsi al nostro ormeggio.  E a cento metri cala le due ancore. Si piazza esattamente al centro del canale d’entrata verso Ovest. Ovviamente per la mente mi passano non poche espressioni di forte disappunto…per usare un eufemismo. Ma ecco che dal fondo del baione ne spunta una seconda, più grande. Per fortuna si piazza abbastanza lontano da noi. Nel giro di una decina di minuti calano i lancioni ed inizia il su e giù, senza sosta, verso il moletto del villaggio. Per il moto ondoso e il traffico sembra d’esser al Tronchetto. Ogni considerazione sul turismo a basso costo e di massa, nei luoghi” sacri”,  è scontata. Ma mi resta un’ultima annotazione. Al centro del borgo svettava un bel campaniletto della chiesuzza di Santa Maria. C’è ancora, ma non si vede più dalla baia. Ci hanno piazzato proprio davanti un’orribile quattro piani in cemento, lasciato non finito non so perché, forse per un ripensamento, ma dubito molto. Comunque il profilo gentile del villaggio è ora deturpato per sempre….a Venezia volevano innalzare il grattacielo dello stilista, di origini trevigiane, Pier Cardin !

Evviva la Pasqua !

Dapprima non ci avevamo fatto caso. Pensavamo che le numerose imbarcazioni alla fonda, ovunque, fossero per lo più in transito. Ma ora notando il numeroso andirivieni di barchini, motoscafi, catamarani e vele d’ogni foggia con a bordo solo francesi e con le idee ben chiare su dove andar subito a piazzarsi, realizziamo che è il fine settimana di Pasqua ! Sono i diportisti di Guadalupe e di Martinica che si sono presi le loro belle vacanze e vanno a prendersi i migliori ancoraggi per gozzovigliare in tutta tranquillità…come a Poveglia.

La nostra generosa incompetenza.

Nel bordeggiare, dopo vent’ anni e più, lungo le coste di queste isole francesi ho notato con stupore, misto a curiosità, che le strutture abitative, i villaggi, ma anche le ville sono cresciuti a dismisura. Strano. Anche perché non è evidente come il benessere possa così esser cresciuto a fronte di un’economia insulare tutto sommato limitata, anche se il turismo appare assai florido e il rum assai pregiato. A Reunion, altro possedimento francese d’oltre mare con uno sviluppo  del tutto, in apparenza, simile, mi ero però fatto un’idea, confesso, un po’ maliziosa. Il nuovissimo marina, dove avevamo lasciato la barca, era stato finanziato con i soldi della Comunità Europea, cioè anche con i nostri soldini. Nuovo bacino, pontili, il verde, i servizi e le strade di accesso tutto firmato, con un bel cartello, Comunità Europea. Qui a Maria Galante, piccola isola di fronte a Guadalupe, ho ritrovato una situazione analoga. Dodici chalet per i pescatori (in parte in disuso) e una moderna struttura pubblica per servizi igienici pro diportisti di passaggio (in completo abbandono) firmati EU. Per carità non un gran che, ma sono bastati pochi minuti di una camminata al tramonto per notarli. Ma quante altre strutture ed attività sono da noi finanziate in queste isole francesi ? Il bello è che il neo governatore della Sicilia, Musumeci, ha recentemente dichiarato che per l’isola non ci sono progetti da far finanziare dalla Comunità. Ma lui che ci sta a fare ?